martedì 29 giugno 2010

Gatto selvatico dell' Etna, una specie endemica da tutelare

Il Gatto Selvatico dell’Etna è una specie endemica da salvaguardare. Non a caso lo scorso aprile si è svolto presso la sala conferenze della sede del Parco dell’Etna a Nicolosi un convegno appositamente dedicato, organizzato dall’Ente Parco in collaborazione con l’Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari, Dipartimento Interventi Infrastrutturali e con il Dipartimento di Biologia Animale “Marcello La Greca” dell’Università di Catania. I maggiori esperti del settore si sono impegnati in un confronto diretto per fare il punto della situazione circa la presenza del felino sul territorio etneo e tracciare un bilancio su quanto fatto per garantire la sua prolificazione. La presenza di questo felino, patrimonio di biodiversità animale tra i più significativi sul vulcano, è stata in passato spesso minacciata dall' intervento dell' uomo, che ha ristretto le aree di caccia e costretto il gatto selvatico a scendere a compromessi con la sua indole di cacciatore solitario. In questi anni si è cercato di porre rimedio agli sbagli commessi in passato, e la sopravvivenza del gatto selvatico è stata resa possibile dall' impegno profuso dal Parco dell' Etna e dall' Università di Catania nella tutela di questa specie così affascinante quanto fragile.

sabato 26 giugno 2010

Etna Gardening aderisce alla campagna antincendio 2010

Si è aperta ufficialmente il 14 giugno la campagna estiva antincendio boschivo 2010 della flotta aerea dello Stato, coordinata dal Centro Operativo Aereo Unificato (C.O.A.U) del Dipartimento della Protezione Civile.

La flotta schierata quest’anno si compone di 43 mezzi totali, di cui 15 canadair, 4 elicotteri Erickson S64 Air Crane e 10 fire boss, assieme a elicotteri di media o grande portata (Chinook CH47, AB412, AB212, AB205 e NH500) delle diverse componenti del sistema della Protezione Civile: dalla Marina Militare all’Esercito, dal Corpo Forestale dello Stato alle Capitanerie di Porto, ai Vigili del Fuoco. La somma della capacità estinguente dei mezzi che compongono la flotta è calcolabile in 16.000 litri di acqua e liquido estinguente.
I mezzi aerei, quattro in più dello scorso anno, sono dislocati su 21 basi operative – dal Nord al Sud del Paese – che garantiscono una completa copertura del territorio nazionale. Una particolare attenzione nello schieramento di canadair ed elicotteri nella stagione calda è dedicata al Centro-Sud del Paese, che in questo periodo dell’anno risulta maggiormente esposto al fenomeno. La campagna estiva, infatti, rappresenta il picco di attività nel contrasto degli incendi boschivi, sebbene il concorso aereo alle attività di spegnimento da parte della flotta dello Stato sia garantito tutto l’anno in risposta alle richieste di supporto provenienti dalle Regioni.
Le strategie e gli obiettivi della campagna estiva antincendio boschivo sono state oggetto, lo scorso 18 maggio, di un incontro presso il Dipartimento della Protezione civile con i rappresentanti delle regioni e delle province autonome, a cui la legge quadro 353/2000 assegna la responsabilità di prevenzione, avvistamento e lotta agli incendi boschivi. Alla riunione hanno preso parte anche rappresentanti del Corpo Forestale dello Stato, dei Vigili del fuoco, delle Forze di Polizia, del Coi  Comando Operativo di vertice Interforze, Capitaneria di Porto e Organizzazioni nazionali di volontariato di Protezione civile. Nel corso della riunione, oltre ad una prima verifica sulle attività di preparazione da parte delle diverse regioni per l’inizio della stagione estiva, sono stati analizzate le procedure che assicurano il coordinamento a livello regionale tra il Centro operativo regionale e la Sala operativa Unificata Permanente, rafforzando ulteriormente la collaborazione tra Stato e territorio così da garantire una sempre maggiore efficacia dell’intero Sistema nella lotta agli incendi boschivi. La riunione è stata anche occasione per un confronto sull’organizzazione e i mezzi delle singole regioni.

La lotta e il contrasto agli incendi boschivi

Il tema degli incendi boschivi sta diventando sempre più importante per l’Europa, in particolare per i paesi dell’area mediterranea che, a causa delle loro condizioni climatiche, sono i più soggetti a questo rischio. Nel corso degli ultimi anni, la flotta dello Stato italiano è intervenuta in più occasioni a supporto delle operazioni di spegnimento portate avanti dalle risorse nazionali in Albania, Grecia, Cipro, Libano, Montenegro e Portogallo, per un totale di oltre 400 ore di volo, su richiesta dei diversi Stati colpiti da incendi boschivi di elevata pericolosità.
Il patrimonio forestale italiano, tra i più importanti d’Europa per ampiezza e varietà di specie, costituisce un’immensa risorsa per l’ambiente e l’economia, per l’equilibrio e la sicurezza del territorio, la conservazione della biodiversità e del paesaggio.
La legge quadro 353/2000 assegna la responsabilità di prevenzione, scoperta e lotta agli incendi boschivi a Regioni e Province Autonome. Compito della Protezione civile nazionale è il coordinamento, tramite il Centro Operativo Aereo Unificato (COAU), della flotta aerea dello Stato, che opera in concorso al lavoro svolto dalle squadre di terra. La flotta aerea dello Stato, con lo schieramento iniziale, assicura la possibilità di poter raggiungere qualsiasi punto del Paese, interessato da un incendio boschivo, entro 60-90 minuti dal decollo.
Nel corso del 2009 sono stati impiegati 39 velivoli dislocati su 20 basi, tra canadair, fire boss ed elicotteri che, nel solo periodo estivo, sono intervenuti su 816 incendi, sganciando oltre 126 milioni di litri d’acqua. Dopo il 2007, drammaticamente segnato da un picco di incendi boschivi che ha anche portato alla perdita di vite umane, le estati 2008 e 2009 sono state caratterizzate da una diminuzione del numero di incendi e degli ettari di superficie boscata e non boscata percorsi dal fuoco, nonché delle ore di volo dei mezzi della flotta dello Stato.

Impiego piloti della Difesa sulla flotta di Stato Anti Incendi Boschivi

Per incrementare le capacità di lotta attiva agli incendi boschivi, non solo potenziando numericamente la propria flotta aerea ma ottimizzandone anche l’ impiego, è stata avviata una cooperazione con le Forze Armate, che consente di impiegare piloti militari particolarmente esperti fianco a fianco con quelli civili ordinariamente in servizio, per operare secondo profili di volo tattico a bassa quota, che possono essere rapidamente ed efficacemente impiegati sugli aeromobili della flotta aerea dello Stato, specie nel corso delle campagne estive che richiedono un numero più elevato di piloti.
A tale scopo è stata sottoscritta nel 2008 una convenzione, di durata triennale, tra il Dipartimento della Protezione Civile e il Ministero della Difesa che prevede l’impiego di questi piloti per circa 3 mesi l’anno, durante le campagne antincendio estive che richiedono uno sforzo ulteriore di risorse umane qualificate per fronteggiare il rischio degli incendi boschivi, compatibilmente con l’assolvimento delle primarie attività istituzionali della Forza Armata di appartenenza.
Questa convenzione costituisce un ulteriore dimostrazione della sinergia che caratterizza il “Sistema Paese” in cui Forze Armate, Corpo Forestale dello Stato e Dipartimento della Protezione Civile, collaborano per rendere più efficace ed incisiva la lotta attiva agli incendi boschivi che negli ultimi anni ha costituito nel nostro Paese un’autentica guerra condotta annualmente a tutela della salvaguardia della vita umana e dei beni individuali e della collettività.
A tal proposito sono stati identificati 15 piloti militari, di cui 10 per i fire boss (9 dell’Aeronautica Militare ed 1 della Marina Militare) e 5 per gli elicotteri S-64 (3 dell’Esercito, 1 della Marina ed 1 dell’Aeronautica). Questi piloti, unitamente a 4 forniti dal Corpo Forestale dello Stato per gli S-64, hanno seguito una serie di corsi di addestramento specifici, svolti sia in Italia che all’estero, negli Stati Uniti ed in Spagna, per conseguire le abilitazioni sui predetti aeromobili e la qualificazione sul loro impiego operativo come “Water Bomber”.
L’impiego dei piloti militari consente un risparmio stimato pari a circa 350.000 € per quanto riguarda l’attività dei fire boss e in 500.000 € circa per l’attività degli S64.

I costi della campagna

19 velivoli Canadair:
- Costi fissi (esercenza, disponibilità, manutenzione): 71 Mln € circa (di cui 19 Mln € per oneri assicurativi)
- Costi per ore di volo: 1.900 € circa l’ora

4 elicotteri S-64:
- Costi fissi (esercenza, disponibilità, manutenzione): 22 Mln € circa
(di cui 3 Mln € per oneri assicurativi)
- Costi per ore di volo: 7.000 € circa l’ora

10 velivoli Fire Boss
- Costi fissi (esercenza, disponibilità, manutenzione – contratto solo per stagione estiva): 12 Mln € circa
- Costi per ore di volo: 2.100 € circa l’ora

Prodotti Estinguente e Ritardante 4,5 Mln € circa

domenica 20 giugno 2010

Vertical Farm, coltivare in città a km 0 per sfamare il pianeta

Entro il 2050, quasi il 80% della popolazione della terra sarà residente in centri urbani. Applicando le stime più prudenti alle attuali tendenze demografiche, la popolazione umana aumenterà di circa 3 miliardi di persone durante il periodo interinale. Si stima che circa 109 ettari di nuove terre (circa il 20% in più di terra che è rappresentato dal paese di Brasile) saranno necessari per produrre cibo sufficiente a sfamare loro, se le pratiche agricole tradizionali continueranno come sono praticati oggi. Attualmente, in tutto il mondo, oltre l'80% della terra che è adatto per la raccolta di colture è in uso (fonti: FAO e la NASA). Storicamente, circa il 15% è stato devastato da pratiche di cattiva gestione. Cosa si può fare per evitare questo disastro imminente? Una potenziale soluzione sono le Vertical Farm, fattorie verticali da costruire su palazzi all' interno del centro urbano, in maniera tale da sfamare la popolazione residente e creare un sitema produttivo a chilometri 0.

Il concetto di coltivazione indoor non è nuova, poiché la produzione in serra di pomodori, una grande varietà di erbe, e di altri prodotti è in voga da qualche tempo. La novità è l'urgente necessità di scalare questa tecnologia per ospitare altri 3 miliardi di persone. Un approccio completamente nuovo alla produzione interna deve essere inventato, utilizzando tecnologie all'avanguardia. LaVertical Farm deve essere efficiente, economica da costruire e sicura da usare. Se attuata con successo, rappresenta la promessa di rinnovo urbano, la produzione sostenibile di un approvvigionamento alimentare sicuro e vario (raccolto tutto l'anno di produzione) e la eventuale riparazione degli ecosistemi che sono stati sacrificati per l'agricoltura orizzontale.

Tradotto da: http://www.verticalfarm.com/

giovedì 17 giugno 2010

Ecoregione del sud Appennino: caratteristiche di un territorio d' eccezione

L'ecoregione del sud Appennino copre le cime delle montagne boscose del sud Italia e della Sicilia. La regione supporta una eccezionale varietà di piante e la Sicilia, in particolare, ha molte specie endemiche. Di 2.700 specie vascolari, oltre il 20% sono endemiche, e la maggioranza di queste sono concentrate nelle montagne delle Madonie. C'è anche una significativa diversità faunistica in Appennino meridionale. Il toporagno raro siciliano (Crocidura sicula) è una specie endemica in Sicilia e lo si trova nelle più integre foreste montane. Il lupo della Sila e del Pollino sono presenti con il più grande gruppo di lupi in Italia. L'ecoregione ospita anche un certo numero di specie endemiche di uccelli come il picchio muratore corso (Sitta whiteheadi), così come molti anfibi endemici. Sebbene l'ecoregione abbia mantenuto la maggior parte della sua copertura forestale, le ferite riportate negli anni passati restano.I sistemi di gestione forestale sono insufficienti e la cattiva gestione dei pascoli e sovrappascolo portano ad un ulteriore degrado.

Il Sud Appennino è una ecoregione con boschi misti che copre una piccola area geografica limitata ai massicci montuosi delle regioni Basilicata, Calabria e Sicilia. Dal punto di vista climatico, l'ecoregione è caratterizzata da un forte gradiente altitudinale, caldo e sub-umido nella parte più bassa (temperatura media annua di circa 14-17 ° C) freddo e umido nella parte alta (oltre 2.200 mm, temperatura media annuale di circa 9-13 ° C). Gli inverni sono rigorosi con nevicate abbondanti. Frequenti nebbie fitte avvolgono la sommità di monti della Calabria meridionale e nord-orientale della Sicilia.

Dal punto di vista geologico, tre sistemi geologici importanti possono essere distinti. Substrati Paleozoico (graniti, scisti, micaschist, diorite, gneiss e) compongono l'Aspromonte (Montalto, 1.955 m) e la Sila (Botte Donato, 1929 m) in Calabria e i monti Peloritani (Rocca Salvatesta, 1.340 m) in Sicilia. La roccia vulcanica attiva costituisce il vulcano Etna (quasi 3.300 m). Substrati Mesozoici (calcare, dolomite, marne, scisti-marna, arenaria) compongono il massiccio del Pollino (Serra Dolcedorme, 2.267 m; Pollino, 2.248 m) tra Basilicata e Calabria, i Nebrodi (Mt. Soro, 1.847 m) e le Madonie (Pizzo Carbonara, 1.977 m) in Sicilia.

La vasta gamma altitudinale dei risultati di questa ecoregione comporta una forestazione eterogenea. Le fasce più basse sono caratterizzate dalla predominanza di sclerofille misto quercia sempreverde (Quercus ilex, Q. suber) e di latifoglie (Quercus pubescens, Fraxinus ornus, Ostrya carpinifolia) foreste. Ad altitudini medie predominano boschi misti di latifoglie (Quercus cerris, Q. pubescens, Q. frainetto, Castanea sativa, Ostrya carpinifolia) .

Il Pinus laricio domina su pendii esposti a sud con un bioclima più mediterraneo. Il Pinus laricio domina anche i più alti pendii fino al limite della vegetazione arborea dell' Etna, colonizzando rocce vulcaniche dopo le eruzioni insieme alla betulla endemica dell'Etna (Betula aetniensis). Solo il vulcano Etna ha alte vette al di sopra del limite del bosco, caratterizzato da una comunità arbusto spinoso cuscino di Astragalus siculus, aetniensis Berberis, e Juniperus communis alpina, così come l'albero-ginestra dell'Etna (Genista aetniensis). Una particolarità è la specie fossile (si trovano meno di 100 individui) dell' abete dei Nebrodi (Abies nebrodensis), su cui grava la minaccia dell' estinzione.

Nella foto: abete dei nebrodi, specie in via d'estinzione

lunedì 14 giugno 2010

Come creare un impianto di irriagzione per ortaggi




Posted by Picasa
Tempo d' estate, tempo di ortaggi. Ma come dare il giusto apporto di acqua? Qual' è la maniera migliore per mantenere irrigare il vostro orto in maniera non traumatica per le piante in fase di germinazione? Scegliete innanzitutto l' ora giusta: meglio le prime ore della mattina o il tramonto, per evitare una repentina evaporazione e far assorbire in maniera completa tutta l' acqua.

Se volete sostituire la pompa tradizionale con un impianto di irrigazione molto semplice, pratico ed efficace, orientatevi su tubi di gomma forati a lento rilascio. L' acqua verrà rilasciata da dei forellini posizionati in corrispondenza di ogni piantina e si eviterà l' "effetto allagamento" a vantaggio di un più graduale ed efficace assorbimento.

Se volete evitare la crescita di erbacce infestanti, sarà meglio posizionare un telo nero (questo colore impedisce la penetrazione dei raggi solari) sopra i tubolari. Un ulteriore effetto positivo è la più lenta evaporazione dell' acqua, poichè si crea una sorta di microclima caldo umido all' interno.

Da scartare impianti di irrigazione a pioggia, più adatti a colture arboree o grandi aree verdi.

Immagini Etna Gardening

Da oggi è attiva una nuova sezione del blog Etna Gardening dedicata alle immagini di piante e coltivazioni del territorio etneo, ma non solo... Avete delle foto che ritraggono paesaggi naturali, particolari specie di piante o animali de vostri territorio? Inviatecele !

Saremo lieti di pubblicarle nella pagina "Immagini"!





























domenica 13 giugno 2010

Nasce Etna Gardening, fiori e ortaggi all' attacco del cemento.


Etna Gardening è un progetto che nasce allo scopo di fare informazione e promozione per la tutela della biodiversità dell' ecosistema vulcanico. La nostra forza è la bellezza di fiori e ortaggi contro il grigio del cemento. Etna Gardening intende valorizzare l' esperienza centenaria dei piccoli produttori agricoli del territorio ed ancora il prezioso contributo di giardinieri urbani che, spinti dalla passione, coltivano ad oltranza piante e ortaggi in piccoli appezzamenti, case e balconi contribuendo alla proliferazione del verde. L'insieme di questi elementi ed esperienze diverse mette nello specifico il vulcano e più in generale la terra, nella sua molteplice accezione di terreno, territorio e pianeta, al centro del nostro ragionamento e dei propositi di Etna Gardening.